L'ANSIA

L'ANSIA

  • articolo a cura della Dott.ssa Erika Viotti

L'ansia può essere definita come una risposta fisiologica e adattiva dell’organismo in presenza di potenziali pericoli esterni o marcati fattori di stress. Frequentemente è associata ad un’elevata tensione muscolare e vigilanza in vista di pericoli imminenti o futuri. Si parla di ansia patologica nel momento in cui tali risposte diventano disadattive, eccessive rispetto allo stadio di sviluppo dei soggetti, riducendo le possibilità che i singoli individui vivano in modo sereno e affrontino adeguatamente le difficoltà che via via incontrano. I sintomi legati all’ansia possono essere di tre tipi, ossia cognitivi, emotivi e somatici. I primi sono identificabili in sensazioni di irrequietezza, sproporzionate reazioni di allarme, difficoltà di concentrazione, irritabilità, fino a paure legate alla possibilità di morire, impazzire, perdere il controllo o svenire. Tutto ciò è associato ad emozioni intense e negative. Nel caso delle fobie specifiche, l’ansia viene attivata da particolari stimoli o condizioni, in grado di determinare tali reazioni. Ciò fa sì che attraverso l’evitamento di questi ultimi, l’individuo riesca generalmente a tenere sotto controllo le proprie manifestazioni d’ansia. Per quanto riguarda i sintomi somatici, i più comuni sono palpitazioni, sudorazione, tremore, vertigini, nausea, disfagia e dolore muscolare. Un’importante distinzione a livello clinico riguarda la discriminazione tra ansia di stato, relativa ad una condizione di allarme circoscritta ad un particolare stimolo, e ansia di tratto, attinente a caratteristiche permanenti di personalità. In quest’ultimo caso la persona reagisce in modo ansioso ogni qualvolta si trovi ad affrontare uno stimolo, indipendentemente dalla sua portata e dal grado di minaccia avvertito.

Ansia a Asti

Il DSM 5 definisce disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale) una condizione di paura in una o più situazioni sociali, ovvero di condivisione, nelle quali l’individuo si percepisce sotto esame. La paura può essere relativa all’essere osservati, giudicati o valutati. Molto spesso si manifesta nel corso di interazioni verbali, di carattere formale (es. ambito lavorativo) o informale (es. occasioni conviviali).

Tale pattern sintomatologico è da distinguersi dal disturbo d’ansia generalizzata (generalized anxiety in inglese), attinente invece ad uno stato di tensione costante, associato a sensazioni di irrequietezza e tensione fisica e psicologica, affaticamento e conseguente alterazione dei fisiologici processi di rilassamento.

Il significato dell’ansia a livello ontogenetico e filogenetico è da ricercarsi nel tentativo di fronteggiare un pericolo imminente, reale o immaginario. Lo stato di attivazione conseguente deriva dalla sovrastima della portata distruttiva dello stesso, congiunta alla sottostima delle proprie capacità di fronteggiarlo. Generalmente le persone ansiose reagiscono alle situazioni ed agli stimoli ambientali mettendo in atto una serie di reazioni fisiologiche e comportamentali dettate da una spiccata tendenza alla catastrofizzazione, la quale alimenta la prefigurazione di scenari negativi, talvolta irrealistici. Le tecniche terapeutiche mirate alla cura dei disturbi d’ansia sono mirate all’acquisizione di una maggior consapevolezza corporea e abilità di auto-induzione del rilassamento. E’ importante dunque che il paziente impari a riconoscere, interpretare e gestire le sensazioni fisiche ed emotive legate ai vissuti d’ansia. Questo in funzione dell’efficacia di tecniche di rilassamento mirate alla riduzione dei sintomi quali training autogeno, rilassamento progressivo di Jacobson, yoga, meditazione e auto-ipnosi.

Recenti ricerche mostrano alti tassi di comorbilità tra ansia e depressione, in quanto molto spesso l’evitamento delle situazioni o degli stimoli ansiogeni è legato alla paura di non sentirsi all’altezza delle condizioni, non degni di eventuali apprezzamenti. L’ansia da prestazione, che nel DSM 5 corrisponde al Disturbo d’ansia sociale legata alla performance, è fortemente connessa alle paure di carattere sociale, relative al timore di affrontare condizioni in cui si percepisce possa essere messo in dubbio il valore di sé o possa essere compromessa irrimediabilmente la propria vita professionale. Queste preoccupazioni possono essere associate al timore di esibirsi in pubblico.

Un aspetto dei disturbi d’ansia che riguarda maggiormente i bambini e gli adolescenti è attinente all’ansia da separazione. Quest’ultima si manifesta attraverso un ricorrente ed eccessivo disagio in concomitanza con la separazione dalle figure significative, con prefigurazione di catastrofi, morti improvvise o malattie ad insorgenza imminente. I bambini possono arrivare a rifiutarsi di allontanarsi dall’abitazione, arrivando a lamentare gravi sintomi fisici (es. nausea, mal di testa).

L’attacco di panico, annoverato nel DSM 5 tra gli altri disturbi d’ansia, consiste in una manifestazione di ansia acuta, rapida e inaspettata, in cui si avverte un improvviso senso di pericolo con forti sintomi somatici (sudorazione, tremori, palpitazione, nausea, brividi o vampate di calore). Si parla di Disturbo di panico nel caso in cui si verifichino ricorrenti attacchi di panico inaspettati. La paura più frequentemente connessa all’attacco di panico riguarda sia l’alterazione del funzionamento mentale (es. paura di impazzire, perdere il controllo, svenire), sia di quello fisico (es. paura di morire). La comparsa del disagio raggiunge il picco in pochi minuti, molto spesso a partire da uno stato di quiete e indipendentemente da preoccupazioni precedenti. Il significato generalmente attribuito a questi episodi è relativo all’attraversamento di periodi particolarmente stressanti. Tale genere di attribuzioni avviene nella maggior parte dei casi a posteriori. Nei soggetti più anziani è diffusa la tendenza ad utilizzare sinonimi rispetto alla paura relativa all’attacco di panico. Spesso si sente parlare di “disagio” e “sensazioni” di panico, clinicamente legate ad una minore attivazione del sistema nervoso autonomo tipica dell’età avanzata.

Una particolare manifestazione dell’attacco di panico è rappresentata dall’attacco di panico notturno. Durante questo tali episodi gli individui si svegliano repentinamente durante il corso della notte. Questo tipo di attacchi di panico è fortemente associato ad alti tassi di tentativi di suicidio e ideazione suicidaria.


Dott.ssa Erika Viotti
Consulenza psicologica e psicoterapia - Asti

 

Centro Meyer - Consulenza psicologica e psicoterapia a Asti

Sede: Via Francesco Morelli, 14 - Asti | Via Giuseppe Verdi, 16 - Asti

declino responsabilità | privacy | cookie policy | codice deontologico

balbomarina@gmail.com

AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi o di automedicazione. I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento. La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.

©2016 Tutti i testi presenti su questo sito sono di proprietà della Dott.ssa Erika Viotti .
Ultima modifica: 27/06/2016

www.Psicologi-Italia.it

© 2016. «powered by Psicologi Italia». E' severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.